I francobolli di spionaggio

o di propaganda

 

Da un articolo del nostro  Fabio V. apparso su Cronaca Filatelica nel novembre 2004:

RICORDATE GLI "SPY STAMPS"? I FRANCOBOLLI ED I SERVIZI SEGRETI

Il dentello italiano, un prioritario da 60 cent uscito il 27 ottobre, in realtà solo indirettamente richiama alla mente i famosi "spy stamps", usati dal servizi segreti di molti Paesi per spionaggio o propaganda. I più curiosi e con valenza storica e filatelica rilevante sono quelli usati durante la seconda guerra mondiale. Fra questi spicca il falso francobollo tedesco opera di Julian Clive, con Himmler al posto di Hitler.   

 

La prevista emissioni del dentello per il SISMI, ha richiamato alla mia memoria i servizi segreti di altre nazioni coinvolti in  operazioni più o meno nascoste, in cui i francobolli erano protagonisti. Penso che sia interessante fare un excursus su come i servizi segreti e i servizi di propaganda abbiano utilizzato i dentelli per i loro scopi. Non voglio qui affrontare tutta la tematica dei francobolli di propaganda e i cosiddetti SPY stamps, però ricordare alcuni episodi di guerra ed anche più recenti potrebbe invogliare qualcuno ad collezionare  questa affascinante area.

Comincio intanto a dire che gli SPY stamps o francobolli di spionaggio sono prodotti clandestinamente da un Paese e riproducono valori regolarmente emessi da un altro Stato, in quel momento nemico. Possono essere impiegati per operazioni segrete, di propaganda o per comunicazione. Il periodo della seconda guerra mondiale fu quello più prolifico per l’utilizzo dei francobolli come mezzo di propaganda. Il sistema più ovvio era quello di demonizzare in qualche modo l’avversario, ed ecco i servizi segreti americani dell’OSS (Office of Strategic Services, diretti dal generale William Donovan)  a far circolare i bolli “skull” di Hitler, imitando la serie corrente in quell’epoca. Il viso di Hitler veniva deformato a tal punto da apparire un teschio (vedi fig. 1). 

 

fig. 1

  

fig. 2 vero                            fig.3 falso 

Pur essendone state fatte una buona tiratura questi esemplari hanno successivamente attirato i falsari, tanto è vero che non è difficile imbattersi in false riproduzione. Comunque non solo Hitler, ma anche Mussolini fu dileggiato sui francobolli, famoso è il dentello “due popoli un Fuher” (vedi in fig. 2 il dentello italiano e in fig. 3 il falso ). Ma se i servizi segreti alleati erano attivi, non lo era di meno quello tedesco, che affidò a simboli ebraici e comunisti la vendetta. Ecco il RSHA (Reichssicherheitshauptamt)   dipartimento VI F4 del maggiore delle SS Bernhard Krügher, che fa apparire la stella di David e la falce e martello sui falsi che imitavano quelli con l’effigie di Giorgio VI (vedi fig. 4, e i dettagli in fig. 5 “stella di David” e 6 “falce e martello” nel valore facciale). Poi con un messaggio più diretto e più identificabile produssero le sovrastampe “eliminazione dell’impero” in un  riquadro nero (vedi fig. 7) o accostarono re Giorgio VI a Stalin nel bollo di fig. 8.  

 

          

          fig. 4                                    fig. 7

 

          

fig. 5                          fig. 6

Ma se questi dentelli rientrano nella guerra psicologica, ben più importanti furono quelle operazioni che tendevano a  minare dall’interno la stabilità del nemico. In quest’ottica si inquadra la stampa del francobollo di Himmler, che nell’intenzione dei servizi segreti britannici del SOE (Special Operations Executive)  e del PWE (Political Warfare Executive), doveva avvalorare agli occhi del Furher, il tradimento di un suo fedele collaboratore pronto a sostituirsi a lui nel comando. L’operazione, che oggi potrebbe chiamarsi “Himmler for President”, aveva approntato un francobollo che riproduceva Himmler ed era fatto sullo stesso stile di quello corrente di Hitler, La tiratura fu limitata a 400 esemplari ed ancor oggi esso è ricercato oltre che per la sua rarità anche per il suo valore storico.

 

       

 

                                      fig. 8                                          Himmler "for president"

 

 Molto più complessa fu l’operazione CORNFLAKES dei servizi segreti americani dell’OSS e di quelli britannici, che aveva  anche degli altri obiettivi e cioè distribuire a decine di migliaia di persone dei messaggi di propaganda contro il regime nazista. Il nome “cornflakes” fu dato all’operazione perché si intendeva portare ogni giorno, come i cornflakes del breakfast mattutino, dei messaggi dirompenti nelle case dei tedeschi, per abbatterne il morale.  Per potere attuare questo obiettivo vennero messe in pratica diverse misure. Prima di tutto furono falsificati dei francobolli (acquistarli avrebbe significato “sovvenzionare” il nemico!), ed ecco appositi dentelli  (fig. 9 e 10). Poi furono preparate migliaia di buste affrancate (15.000 a settimana), indirizzate a persone  i cui nominativi furono presi da guide telefoniche ed altre liste tedesche, comprese quelle delle famiglie dei caduti. Furono studiati i percorsi di molti treni in Austria e Germania, soprattutto quelli che  avevano dei vagoni postali. La RAF mitragliava e bombardava quei treni, obbligandoli a fermarsi. A questo punto con particolari bombe venivano gettati fra i detriti ed i rottami dei sacchi postali fasulli con le lettere di cui sopra. Era poi l’ignaro servizio postale tedesco che recapitava le false missive. E’ possibile leggere libri ed articoli su questa interessante e astuta operazione. Mi risulta che, contrariamente ad altre fonti,  un attento postino tedesco identificò le false lettere ed i falsi francobolli, risalendo ai sacchi con i suoi contenuti propagandistici, partendo dall'esame della busta (figura 11), in cui la città del mittente (n.d.r. il nome della BANCA) era stata erroneamente stampata con la lettera C invece che la lettera K di Kassenverein. Molti sacchi falsi vennero così bloccati.  

 

          

fig. 9                             fig.10 

 

fig. 11 il vero nome della banca iniziava con la K non con la C

 

Ma i francobolli vennero utilizzati anche per “comunicare”, usando questa parola in senso lato. Per esempio i servizi segreti Svedesi del  SAPO inserivano messaggi  micro miniaturizzati in un puntino sui bolli di innocue lettere, indirizzate a persone fidate in terra nemica. Alcuni esempi di tali lettere e francobolli sono conservati nel “Nordiska Museet”, il museo postale di Stoccolma.

Per l’Olanda i falsi che imitavano la serie del “gabbiano”  servivano a far sapere che la spia, paracadutata nel paese occupato, era arrivata sana e salva.  Tali francobolli furono preparati dal Centrale Inlichtigendienst, cioè dai servizi segreti olandesi che operavano in Inghilterra. I falsi del 1½ c. del “gabbiano” erano riconoscibili per la diversa dentellatura: 11¼ nel falso contro 12½x13½ in quello genuino (nella figura 12  sono riprodotti un originale a sinistra ed un falso a destra). 

fig.12  originale a sinistra       a destra il falso

 

L’impiego di  francobolli falsi che erano riconoscibili solo dal destinatario venne utilizzato anche come controllo della genuinità del contenuto della missiva e dell’identità dell’eventuale latore,  ciò dopo che la GESTAPO inviava lettere esca a persone della resistenza. In quest’ottica si inquadrano i falsi dentelli francesi di Petain, stampati dall’Atélier de Faux “Défense de la France” su disposizione del generale Koening del FFI (Forces Francaises de l’Intérieur). L'esemplare originale si differenzia da quello falso per un dettaglio minimo: la palpebra “bianca” nel falso, mancante nell’originale (fig.13,14,15).  

 

   

fig. 13 originale            fig.14 falso 

 

 

fig. 15 particolare della palpebra 

Ma i servizi segreti si possono “accostare” ai francobolli anche in tempo di pace? La risposta è senz’altro positiva per quanto riguarda l’aspetto di propaganda politica. Voglio però citare  due casi particolari e che sono poco noti al pubblico.

Il primo riguarda i servizi segreti romeni da fine anni 1950 a buona parte dei tempi di Ceausescu, fine anni 1960. La particolarità consiste nel fatto che la posta fra i diversi  reparti del M.A.I., (Ministerul Afacerilor Interne), ovvero del “Ministero degli affari interni”, veniva affrancata con dei francobolli particolari, fatti all’uopo!

Data la riservatezza di questa posta “for your eyes only” per dirla alla James Bond,  il ricevente doveva distruggere immediatamente sia la busta che i francobolli, pena misure severissime. Ciò spiega l’esistenza, a oggi,  di pochissimi esemplari dei francobolli di questo corriere postale militare e segreto (in fig. 16 ecco un raro esemplare del 1,50 lei su frammento) ed ancor meno di buste! Tali francobolli erano annullati con un timbro rettangolare incorniciato, con testo su tre righe: “Ministerul Afacerilor Interne / B.T.C.S. / TICHET ANULAT”, dove B.T.C.S. significa probabilmente ufficio per il trasporto della corrispondenza segreta.

        

fig. 16 M.A.I. 1,50 Lei su frammento      ed il raro 5 Lei

 

ed ecco una rarissima cover con il 1,50 Lei

 

 Infine parliamo del KGB. Gli avvenimenti si riferiscono all’anno 1962, ma solo a fine anni  ’90 la cosa divenne di dominio pubblico, grazie  alla “glasnost”. Cosa era successo? Una iniziativa locale dell’istituto ferroviario di Novosibirsk aveva  attirato l’attenzione dei servizi segreti di Mosca. Ricorreva, all’epoca, il trentesimo anniversario della fondazione dell’istituto che aveva provveduto a stampare in una  tipografia circa 25.000 etichette che furono usate per promuovere ed a finanziare l’iniziativa. Molte etichette furono utilizzate su buste cui venivano anche applicati i francobolli russi in tariffa, mentre circa 500 buste con gli inviti per i festeggiamenti, furono consegnate localmente da un servizio postale organizzato dagli studenti. Queste buste recavano solo le etichette ed erano annullate con il timbro della manifestazione. 

Un servizio di posta locale a tutti gli effetti. Le etichette erano sei differenti e riportavano disegni di artisti locali, con la dicitura “posta di Novosibirsk”. Due di queste etichette sono in fig. 17 e 18. Altre due etichette riportavano l’immagine di due ex allievi dell’istituto che si erano particolarmente distinti. In una era rappresentato un certo Bezukladnicov, definito “eroe sovietico”. Nessuno sapeva che in realtà si trattatava di un uomo dei servizi segreti. Quando egli ricevette l’invito a visitare la scuola, il suo direttore prese speciali accordi con la commissione del giubileo sulle condizioni da applicare alle visite degli ex-studenti a Novosibirsk: niente foto e notizie sulla stampa.  Le restrizioni giunsero assolutamente inaspettate, in quanto il ritratto di Bezukladnicov si trovava già su una delle etichette. Quando il dipartimento locale del KGB scoprì  il fatto successe il finimondo e la cosa rimbalzò sino alla lontana capitale. Le etichette in circolazione e le rimanenze furono rintracciate, sequestrate  e bruciate, l’amministrazione postale locale impazzì nel cercare di recuperare le buste spedite con la scusa che si trattava di emissioni illegali. Gli organizzatori dell’evento ed il tipografo, nonché i disegnatori furono incriminati, processati e condannati.

 

 

   fig. 17                                    fig. 18

 Per capire meglio la cosa vale la pena esaminare i capi di imputazione degli imputati, con queste premesse: all’epoca in URSS, era obbligatorio sottoporre alla censura tutte le pubblicazioni prima che fossero messe in circolazione. Venivano così bloccate le informazioni proibite di qualsiasi tipo, confidenziali, limitate o segrete, allo scopo di evitare la loro diffusione a mezzo stampa. Era, altresì, proibito sostituirsi al servizio postale nazionale: per esempio un marinaio che avesse consegnato  a mano una lettera senza  affrancatura ricevuta in un altro porto, sarebbe stato severamente punito! Quindi i pesanti capi di imputazione furono: a) violazione del monopolio postale, b) pubblicazione clandestina (“samizdat”) e c)  rivelazione di segreti di Stato. C’è da rabbrividire! Ben poco altro si sa sull’episodio. Per le etichette, possiamo dire che se ne salvarono meno di una cinquantina di quelle raffiguranti Bezukladnicov. A noi è pervenuta solo una brutta fotocopia… di fotocopia con l’immagine dello 007 sovietico (N.d.r. vedi fig. 19).

KGB     fig. 19!!

Fabio V.

N.d.A. chi volesse approfondire gli argomenti trattati esiste una discreta letteratura sugli “SPY” stamps. Consigliamo un libro in tedesco “Schwarze Post” di Wolfgang Baldus. Di questo volume è però possibile ottenere una versione in inglese a colori di 474 pagine formato A4:

“Postal Warfare. Espionage forgeries and parodies of postage stamps, postcards and letters. Volume I: Postage stamps”

by Wolfgang Baldus

Privately published by the author in August 2004

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aggiornato al 5 aprile 2005